martes, 24 de febrero de 2009

Cajamarca

Cajamarca è bella.
Le montagne troneggiano contro il sole all'alba. Ci sono mille chiese, grandi, imponenti, piccole, semplici e bianche. Ci son le campesine con le loro pollere dai mille colori fucsia, blu e rosso, con i loro bambini sporchi e felici appesi al collo.
C'è il cielo, Dio ilcielo è qualcosa di incredibile. Che ci sia il sole o la pioggia il cieloè sempre stupendo. Azzuro con enormi nubi; basse, enormi e bianche , bianche di latte.
Poi c'è la gente, sempre pronte ad un sorriso e con una storia allucinante da raccontarti.
Cajamarca è strana.
Si possono vedere jeep enormi sfrecciare al fianco di vacche campesine curve sotto il peso del raccolto e dell'oppressione.
Di notte si può vedere la luce della mina bruciare l'oscurità come un mostro che veglia e controlla e la città. Si può canare tutta la notte, sotto la pioggia amando gente che non si conosce.
Qui si può incontrare gente nata con il terorismo e cresciuta con la dittatura. Gente pazza, alcolizzata e gente che è stata torturata dalla polizia e ormai troppo abituata alla violenza.
Cajamarca fa male.
Si fa male sentirsi dire da una bambina che non andrà alle scuole medie perchè in famiglia non ci sono soldi o perchè suo fratello è in carcere.
Fa male vedere i bambini, i tuoi bambini venderti una bottiglia di vino alle cinque del mattino mentre qualcuno si prende a bottigliate.
Fa male quando scopri che la miniera asseta la gente per un sacco di riso.
Cajamarca ormai è casa mia.
Si mi ha ospitato per quattro mesi e mi ha coccolato come una nonna. Cajamarca mi ha fatto ridere e piangere, mi ha accudito questi mesi e lo farà per molti altri.
Cajamarca è semplicemente Cajamarca.

Andrea.

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